Pur prendendo come riferimento le mille sfumature che contraddistinguono la definizione della parola “canone”, non risulta sorprendentemente più complesso di quel tanto trovare una base dalla quale partire per questa nostra breve incursione nell’universo del canone musicale. Il primo aggancio è indubbiamente quello connesso all’accezione di regola, norma, principio fondamentale che ci riporta direttamente alla componente più scientifica e matematica del linguaggio musicale. Tra i riferimenti più solidi v’è sicuramente quello che ci riporta al rigore assoluto, alla disciplina ferrea e severa del contrappunto. L’acquisizione della maestria nella scrittura contrappuntistica si realizza di fatto nella la capacità di mettere in rete ed implementare una complessa serie di conoscenze teoriche (e questo ben prima di arrivare a preoccuparsi di essere originali e creativi).
Venendo ora ad aspetti più concreti, il canone è una composizione musicale polifonica (a più parti o voci) strutturato sulla ripresa e l’imitazione rigorosa di una melodia proposta inizialmente da una delle parti.
Tutti quanti noi siamo entrati inconsapevolmente in contatto con questa complessa forma musicale attraverso una canzone molto conosciuta: “Fra Martino campanaro”.