Piotr Ilych Tschaikovsky, Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 (1880)

Un saggio magistrale di come va eseguito Tschaikovsky da parte dell’immenso Gergiev: il carisma, la padronanza assoluta dell’agogica, la libertà ritmica, i rallentandi, i respiri e le ripartenze fulminanti, la calibrata e sorprendente gestione della dinamica, la capacità di ridisegnare l’impianto fraseologico, il gesto di direzione lpnotico (seppur tutt’altro che convenzionale), un pizzico di passione e di sana pazzia…e la sua Orchestra del Mariinsky di San Pietroburgo che gli si dà come un’amante appassionata….e chi più ne ha…